Interview (ital)
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L’universo segreto di Bob Downes | di Claudio Bonomi | |
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Hai anche suonato dal vivo per le compagnie di danza, ne vuoi parlare? |
Un’altra area per te di grande interesse è la poesia. Hai partecipato anche a reading con William Burroughs, Gregory Corso e Lawrence Ferlinghetti. Vuoi parlarcene? Verso la fine degli anni Settanta ti sei trasferito in Germania, dove vivi tuttora. Hai cambiato anche direzione artistica: basta jazz e, al suo posto, musica meditativa e ambient. Perché? Hai in archivio qualcosa d’inedito? Nuovi progetti in fase di realizzazione? |
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Interview (ital) 3 | ||
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L’universo segreto di Bob Downes | di Claudio Bonomi | |
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Senti questa storia: a Londra ho un amico cinese, un musicista, che faceva le prove del suo gruppo cinese nel seminterrato di casa. Come saprai, la musica cinese è tutta all’unisono. |
Qual è la collaborazione più interessante della tua lunga carriera? E chi è il miglior musicista/compositore che hai mai conosciuto, o con cui hai suonato? Come mai hai deciso, verso la fine degli anni Sessanta, di creare la tua etichetta indipendente Openian? Molti altri compositori jazz hanno seguito il tuo esempio, come Graham Collier (Mosaic) o Hazel Miller (Ogun). |
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Interview (ital) 2 | Interview (ital) 4 | |
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L’universo segreto di Bob Downes | di Claudio Bonomi | |
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Negli anni Settanta ti sei sempre mostrato interessato a diversi tipi di musica: jazz, rock, contemporanea, classica, elettronica, orientale… Si direbbe che tu abbia sempre cercato di espandere il tuo spettro d’influenze. A questo proposito, vuoi parlarci delle tue principali fonti d’ispirazione (Ornette Coleman, Severino Gazzelloni, Roland Kirk ecc.)? Malgrado le tue varie collaborazioni con tanti musicisti e compositori della scena britannica (Guy, Tippett, Westbrook, Russell ecc.), hai sempre preferito tenerti appartato dal circuito emergente del jazz britannico per seguire la tua strada. È vero? Hai mai suonato all’Old Place o al Little theatre Club di Londra? |
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Interview (ital) | Interview (ital) 3 | |
[ conversazioni ] | ||
L’universo segreto di Bob Downes di Claudio Bonomi |
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Di Bob Downes, uno degli agitatori più eclettici della scena jazz britannica a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, se ne erano perse le tracce. Ma ecco l’anno scorso fare capolino prima la ristampa di Diversions del 1971, capolavoro di “open” jazz rimesso in circolazione da Mike Dutton della Vocalion, e, a seguire, le riedizioni di altri due lavori importanti della discografia del jazzista, Episodes at 4 AM e Hells Angels. Ma la ciliegina sulla torta deve ancora arrivare: entro dicembre, la Reel Recordings di Mike King pubblicherà una registrazione inedita del collettivo Bob Downes Open Music: Crossing Borders del 1974 con Downes accompagnato da Barry Guy, Brian Godding, Paul Rutherford, John Stevens e altri. Musicista colto e amante delle contaminazioni, virtuoso del flauto e compositore di musiche per compagnie teatrali e ensemble di danza contemporanea, Downes vanta un’avventurosa carriera più che quarantennale, tutta da raccontare. Dagli inizi con i John Barry 7 alle collaborazioni con Mike Westbrook, Keith Tippett, Ray Russell, John Stevens, Barre Philips, Lindasy Cooper, Julie Driscoll, ecc. fino al lancio agli inizi degli anni Settanta della “sua” Open Music, uno dei collettivi musicali tra i più fertili e “avanti” dell’epoca al pari della Spontaneous Music Ensemble o dell’AMM di Eddie Prévost e Keith Rowe. Un percorso che nel decennio successivo ha lambito anche la poesia e che negli ultimi anni ha incrociato nuovi universi con la composizione di temi sempre più rarefatti e meditativi. Cominciamo dal tuo ultimo disco, Crossing Borders, registrato negli anni Settanta. Vuoi dirci in breve la genesi di questo lavoro finora inedito, che coinvolge molti musicisti dell’area del jazz britannico quali Brian Godding, Paul Rutherford, Barry Guy, John Stevens e altri? Come li hai radunati? |
Musicalmente, Crossing Borders è un’evoluzione del tuo tipico jazz multiculturale, come espresso in Diversions, la tua fondamentale opera del 1971 sulla tua etichetta Openian? |
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Interview (ital) 2 | ||